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Sabrina Casiroli: «Il dolore risiede negli occhi di chi guarda»

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Sabrina Casiroli (Milano, 1981) si è laureata all’Università di Milano Bicocca con la tesi Metamorfosi e post-human nell’opera di Matthew Barney. Fotografa in analogico e stampa in camera oscura dall’età di quindici anni. Frequenta un workshop con Cristina Núñez (Self-portrait experience) e sperimenta il suo metodo. Si diploma in fotografia presso il Cfp Bauer di Milano. Il suo focus è sempre il corpo femminile, con la sua bellezza e i suoi difetti. In seguito frequenta il workshop The photographic bookdummy di Machiel Botman e finisce con l’interessarsi di erotismo e BDSM, che racconta seguendo performance e spettacoli.

Il progetto che presentiamo, Il dolore risiede negli occhi di chi guarda, è in esclusiva per Fluffer Magazine.

Sabrina Casiroli | tumblr | premioceleste

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Il dolore risiede negli occhi di chi guarda

— Testo e foto di Sabrina Casiroli

Ogni giorno indossiamo una maschera ed interpretiamo un ruolo sociale ben definito che la vita a noi assegnato, se potessimo invece giocare con la nostra personalità cangiante? Se scoprissimo realmente che dentro di noi esistono vittima e carnefice e che come in Dottor Jekyll e Mr. Hyde convivono in noi due o più parti? E se questi infinti noi avessero in qualche modo bisogno di avere voce e spazio nella nostra vita?

Da sempre sono stata affascinata dalle persone che provano piacere nell’impartire dolore o subirlo. Ho cercato di avvicinarmi a loro umanamente per capire che persone potessero essere, se avessero problemi mentali, se fossero persone con vite estreme o quel genere di umanità che avesse subito talmente tanti traumi nella vita che l’unica scelta fosse di ricorrere a pratiche estreme, sessuali, per anestetizzare il proprio dolore quotidiano. Non ho trovato delle risposte esaudienti ai miei interrogativi, ma ho riscontrato con piacere che erano aumentati i miei quesiti sul come, queste persone, ponessero il loro corpo sul liminare e che questo potesse essere sempre superato un po’ di più.

Il BDSM lungi dall’essere una pratica perversa e violenta è innanzitutto una ricerca verso i propri piaceri proibiti, censurati, custoditi segretamente. I ruoli che le persone interpretano all’interno di questa pratica sono prima stabiliti e concordati e da parte di tutti c’è il consenso a prenderne parte. Non esiste nessun tipo di violenza e i partecipanti seguono regole stabilite in precedenza, il BDSM è un gioco con le sue regole e i suoi protocolli, i partecipanti devono rispettarli rigidamente, pena l’allontanamento.

Sotto le maschere e i costumi fetish, frustini, scarpe tacco infinito, pantaloni di pelle, ci sono corpi veri che appartengono a reali persone con sentimenti, bisogni e dolori come qualsiasi altro essere umano. La diversità consiste nel mettere in scena, in atto, consapevolmente una propria preferenza sessuale in forma di gioco. E’ l’indossare della maschera pirandelliana che trasforma un individuo in uno, nessuno, centomila amplificando la possibilità di un io multiplo che non si vergogna di esplorare le infinite possibilità del piacere umano.

Credits
Photos | Sabrina Casiroli
On stage | Mistress Kimera | Edward Jeeves | Slave Ginevra

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