Quantcast
Channel: Fluffer Magazine
Viewing all articles
Browse latest Browse all 454

Ivan Piano: photography as a ghost of reality

$
0
0

Lo sguardo è il tramite del desiderio, ma è un desiderio intimo, velato da una forma di auto voyeurismo derivante di fatto da un “atto performativo” totalmente solitario in cui l’artista diventa attore e spettatore di se stesso. L’opera di questo singolare artista si contraddistingue per la pluralità di intenti, e infatti alla componente “performativa” si va ad aggiungere un elemento formale di ricerca che lo porta ad intervenire sui negativi con gesti di violenza fino a manipolare l’immagine attraverso bruciature, graffi, sostanze chimiche e viraggi come una sorta di gioco “d’amour passion” a testimonianza di un sadomasochismo autoindotto dove i due elementi contrapposti si ricompongono nella stessa persona attraverso la sua rappresentazione e l’intervento di autodistruzione. Eros e Thanatos riuniti in una logica delle assenze, dei non luoghi che prendono il sopravvento e confluiscono in un’immagine del tutto sorprendente nei risultati che vanno ben oltre le logiche costruttive e sfondano i canoni estetici convenzionali per proporre una realtà divisa tra forme astratte e dimensioni fluttuanti di una realtà parallela dove sogno e pazzia sembrano incontrarsi tra le note di brani mutuati della musica electronica anglosassone. Questo non essere attraverso la rilevante componente di autorendersi un fantasma permette a Ivan Piano di produrre opere estremamente raffinate, concettuali, dove l’atto creativo in tutte le sue parti va a confluire nel proprio ego, quasi a riportare in voga il mito dello specchio che riflette mondi nascosti e misteriosi. Questo è il “pensiero cloisonné” di un artista ambivalente che rinchiude non solo se stesso o la sua autorappresentazione ma tutte le divagazioni eroiche ed epiche di una generazione cresciuta a cavallo degli anni ‘80 e ’90 del ‘900, sfuggendo a una realtà dell’immagine mostrata a tutti i costi per mezzo di un’autonegazione sfaldando l’usuale ricerca del bello assoluto con il dubbio perimetrale dell’incerto e del travestimento spettrale. Questo rivelano le opere conturbanti e assolute di Ivan Piano, spirito libero che attraverso un lungo viaggio anche tra le persone a lui care, la letteratura, la musica e la natura arriva al perigeo di se stesso con la deformazione e la deframmentazione della propria immagine per rivelarci un’anima geniale.

— Sabrina Raffaghello

Photo: Ivan Piano | facebook
Tutte le opere sono courtesy galleria Sabrina Raffaghello (Amsterdam – Milano).

In mostra fino al 28 marzo 2015 a Torre Annunziata (NA) nell’ambito della collettiva La gloria dell’ombra. Apparizioni della fotografia. Per maggiori informazioni: qui.

Ivan Piano, Woman With Long Hair (Bat), 2012, stampa ai sali d’argento 30x40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, Woman With Long Hair (Bat), 2012, stampa ai sali d’argento 30×40 cm (ed. 3)

 

Ivan Piano, Revealed Dream, 2013, stampa ai sali d’argento 30x40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, Revealed Dream, 2013, stampa ai sali d’argento 30×40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, I Like It, 2015, stampa ai sali d’argento 30x40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, I Like It, 2015, stampa ai sali d’argento 30×40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, Angel (Lovingly Yours), 2014, stampa ai sali d’argento 30x40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, Angel (Lovingly Yours), 2014, stampa ai sali d’argento 30×40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, A Midsummer Erotic Dream, 2015, stampa ai sali d’argento 30x40 cm (ed. 3)

Ivan Piano, A Midsummer Erotic Dream, 2015, stampa ai sali d’argento 30×40 cm (ed. 3)

 

L'articolo Ivan Piano: photography as a ghost of reality sembra essere il primo su Fluffer Magazine.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 454

Trending Articles